Dal momento della chiamata al 118 all’arrivo sul posto dell’ambulanza oggi passano tra i 14 e i 15 minuti di media. Un tempo record che si registra sia a Livorno che a Pisa e che si inserisce in un primato tutto toscano a cui guardano come un modello dal resto d’Italia dove invece la tempistica è ben più lunga, tra i 18 e i 20 minuti per un intervento.
Si rischia un peggioramento del servizio (e dunque un allungamento dei tempi) a partire da domani, quando la centrale operativa del 118 di via Gramsci gestirà i soccorsi non solo per la città di Livorno e per il resto della nostra provincia, da Cecina a Piombino fino all’Isola d’Elba, ma anche per Pisa, Pontedera, Volterra e buona parte del territorio pisano?
È la preoccupazione che anima i sindacati – Fials e Cgil ma anche Cisl e Nursind – ma che viene rispedita al mittente dal direttore della centrale operativa del 118: «La centrale unica permetterà di unificare ulteriormente procedure e assistenza», garantisce Paolo Tognarelli. E aggiunge: «Ricadute negative sull’utenza non ci saranno».
IL PROBLEMA PRINCIPALE: DOVE INVIARE L’AMBULANZA. In realtà qualche timore in merito alla individuazione esatta dei luoghi in cui inviare l’ambulanza non manca. E d’altra parte nasce spontanea una domanda: come può un operatore livornese sapere dov’è via San Niccolò a Cascine di Buti? O uno pisano, da poco trasferito alla centrale unica, sapere dove si trova via dei Fabbri a Livorno?
Un problema apparentemente non da poco, tanto che ognuna delle 104 associazioni distribuite in modo capillare su tutto il territorio, ha messo a disposizione un referente in grado di aiutare il 118 nell’individuazione di posti particolarmente difficili da raggiungere.
Ma al di là di questa soluzione – che rappresenta una extrema ratio – la nuova centrale è stata dotata di due mappe cartografiche telematiche in grado di geolocalizzare con precisione praticamente perfetta il luogo da raggiungere e dunque permettere l’invio dell’ambulanza migliore: non sempre la più vicina ma quella in grado di arrivare prima anche considerando le condizioni del traffico. Non solo: i turni saranno organizzati in modo che sia sempre presente personale sia di Livorno che di Pisa. E nel primo periodo di rodaggio, che inizierà domani, gli operatori saranno praticamente doppi: in sostanza le due centrali operative saranno replicate in via Gramsci.
«Servirà un anno perché gli operatori conoscano perfettamente il nuovo territorio», spiega Tognarelli. Ma va ammesso che l’esperienza dice che non è il caso di preoccuparsi se già oggi comunque è dalla sala rossa di via Gramsci che si gestiscono le emergenze a Pomonte o a Sassetta.
LA FORMAZIONE DEL PERSONALE. Parte del personale sarà nuovo della centrale operativa. E la sua preparazione è un altro degli aspetti su cui i sindacati avevano chiesto attenzione. Tognarelli replica anche su questo punto: «La Regione Toscana prevede 220 ore di corsi, noi ne abbiamo fatte 321. Sulla preparazione del personale la firma finale ce l’ho messa io, garantisco io».
IL TRIAGE TELEFONICO. Come funzionerà la centrale unica? A rispondere ai cittadini sulla linea dell’emergenza ci sono gli infermieri, che eseguono una sorta di triage telefonico, ma sono i tecnici – seduti al loro fianco – che inviano le ambulanze sul posto, sfruttando un’altra linea. E un medico fa da supervisore e interviene in caso di criticità.
SEI CENTRALI IN TOSCANA. La novità si inserisce in un piano regionale che ha visto l’unificazione delle centrali operative nelle aree vaste del centro e dell’est della Toscana e che sulla costa, all’interno della nuova maxi-Asl, ha già registrato la nascita del 118 unico di Lucca, Massa e Viareggio. Una scelta nata dalle necessità di efficientare l’organizzazione e di conseguenza i costi. La sfida sarà mantenere la stessa qualità del servizio e magari tentare di migliorarla ulteriormente.
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